Correnti

C'è poesia in chi sedicenne legge Foglie d'erba mentre arrotola dell'erba in foglie secche di tabacco, di fumo,

C'è poesia in chi tratta un cane come se fosse un figlio,

C'è poesia in chi si perde in un mare ceruleo, concependo l'arte del bisbiglio, dello scompiglio, del plenilunio.

C'è poesia in chi vede spiragli di luce in spiragli di buio,

C'è poesia nelle nuvole, nella neve, nelle novelle di Boccaccio, nel cielo, nel diluvio, nel ghiaccio che poi diventa acqua, poi nuvola, poi neve e poi novella di Boccaccio,

C'è poesia nella pressione, nella sospensione, nell'espressione, nella ripetizione, nella tentazione e in chi riesce a fare un bilancio di ogni sensazione, di ogni attimo, di ogni passaggio.

C'è poesia in te che ascolti, in me che parlo, nei nasi rotti, nei nastri rotti, nei cerotti che coprono un taglio, nelle pezze sui vestiti che hanno già la scritta rotto nel comprarlo, nel freddo, nel caldo, in quel caldo-freddo tipico della primavera, in quel freddo-caldo tipico dell'autunno.

C'è poesia in una mano aperta, ma anche in un pugno, che può essere un pugno di un pugno, un pugno di dollari o un pugno di polvere, un pugno di mosche, nel baciare, nel mordere, nel moderare e nello svolgere della vita che pare un papiro scritto da mille penne e in mille lingue.

C'è poesia nell'essere diversi, ma anche nell'essere simili, non c'è poesia nei confini, ma c'è poesia nei limiti, non c'è poesia nei muri, ma c'è poesia nei muratori che lavorano per erigerli, perché il pane è pane e i soldi sono soldi e la fame è fame.

Può esserci poesia dove non c'è poesia, se c'è l'intenzione di creare un'altra direzione alla via che percorrono tutti, perché non tutti i tragitti sono stati esplorati e quindi cerca la poesia, trovala e quando la trovi fermala come meglio puoi. Fermala con le mani, i piedi, la bocca, il torace, sii capace di immaginare quello che vuoi, l'importante è trattenerla il più allungo possibile nella tua vita.

Perché se non cerchi la poesia, la poesia non ti cercherà mai. Allena l'occhio, lo spirito, ma soprattutto la mancanza, sentimento che non siamo soliti praticare, perché in sostanza, la sostanza per sentirne l'urgenza deve prima abbandonare, poi abbondare e infine colmare i vuoti di cui abbiamo avuto paura.