Metaversi

Solito pomeriggio in quattro mura, la città mi fa paura

Sento addosso il suo respiro, m'incatena, è una tortura

Luna storta, preso male dalla quinta elementare

Sfuggo dal presente schifo la realtà virtuale

E colleziono versi, pensieri perversi

Testi persi in fogli sparsi chissà dove sulla scrivania

Sogni in pezzi o messi in pausa come Netflix

Mai ripresi, mai risolti come il resto nella vita mia

Cuffie al collo e dopo piango, sguazzo nel fango

è troppo dura in questa jungle fingersi Rambo

Miro a salire sopra il palco, senza rimpianto

Che a farmi un giro su una lambo col borotalco